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BATTAGLIA DI CURTATONE E MONTANARA: GUIDA AI MONUMENTI

Curtatone: un territorio che ha fatto la storia

Il volto del Comune di Curtatone è cambiato nel tempo. La sua configurazione attuale, di circa 67,47 km2, è il risultato di diverse aggregazioni e cessioni territoriali a favore di Mantova, l'ultima delle quali risale al 1943.

Un passato più vasto: Originariamente, il territorio di Curtatone superava gli 80 km2, estendendosi da Grazie (Ponte Reverso) fino quasi al Ponte dei Mulini, inglobando l'intera sponda destra del Lago Superiore e vaste aree oggi mantovane.

Località come Borgo Pradella, Belgioioso, Angeli, Borgochiesanuova, il Cimitero di Borgo Angeli e l'area dell'Ospedale "Carlo Poma" facevano parte del Comune, che era strettamente legato alla città-fortezza di Mantova.

Fino al secondo dopoguerra, l'economia era prevalentemente agricola, e la comunità si sviluppava attorno ai centri storici di Buscoldo e Grazie, insieme alle frazioni principali (Curtatone, Levata, Montanara, Ponteventuno, S. Lorenzo e S. Silvestro) e a numerose corti rurali.

Ripercorrere i confini e le vicende del passato è fondamentale per comprendere la nostra identità odierna e la distribuzione delle testimonianze storiche.
 

29 maggio 1848 – Guida ai monumenti

La Battaglia di Curtatone e Montanara, combattuta il 29 maggio 1848 durante la Prima Guerra d’Indipendenza Italiana, rappresenta un momento cruciale del Risorgimento. L’evento vide protagonisti giovani volontari, in gran parte studenti universitari toscani e soldati napoletani, impegnati a difendere il territorio mantovano dagli attacchi delle truppe austriache comandate dal feldmaresciallo Radetzky. Nonostante la superiorità numerica e l’artiglieria nemica, i difensori opposero una resistenza eroica, che rimane simbolo di patriottismo e sacrificio.

L’organizzazione difensiva era articolata su più punti strategici: corte Spagnola, palazzo Cavalcabò, San Silvestro, loghino Sissa e la Rocca di Montanara. Tra le ore 12 e le 15, la pressione austriaca si fece insostenibile e i volontari furono costretti a ritirarsi, subendo pesanti perdite.
 

Guida ai monumenti della Battaglia

La guida ai monumenti consente di seguire il percorso storico dei luoghi principali della battaglia, scoprendo i punti di difesa, le corti coinvolte e i memoriali dedicati ai caduti.

Tra i luoghi principali vi sono:
 
  • Corte Spagnola, cuore della resistenza, oggi sede municipale di Montanara, con la lapide che ricorda i 257 caduti italiani;
  • Palazzo Cavalcabò e Chiesa Parrocchiale di Montanara, testimoni della resistenza dei volontari tosco-napoletani;
  • Loghino Sissa e Corte Pierina, dove si prestarono soccorsi e cure ai feriti;
  • Ossario di Montanara e Monumento ai caduti, simboli della memoria e del sacrificio;
  • Rocca di Montanara e sortite a Corti Garagna e Angelo Custode, punti strategici della difesa e della manovra militare;
  • Molino di Curtatone, testimone della tragica morte del capitano Leopoldo Pilla.

La guida permette ai cittadini di immergersi nella storia locale, visitando i luoghi dove giovani volontari hanno combattuto con coraggio per l’indipendenza d’Italia. Ogni corte, chiesa e monumento racconta una storia di dedizione e sacrificio, offrendo un’occasione unica di riscoprire il valore del patrimonio storico e della memoria condivisa.

Seguire questo percorso significa non solo ricordare gli eventi del 1848, ma anche comprendere l’eredità morale lasciata da chi ha lottato per la libertà, rendendo la Battaglia di Curtatone e Montanara un patrimonio vivo della comunità.
BATTAGLIA DI CURTATONE E MONTANARA: GUIDA AI MONUMENTI

01 – Difesa di corte Spagnola

01 – Difesa di corte Spagnola
Il tenente colonnello Giuseppe Giovannetti, comandante del campo di Montanara, schierò i volontari napoletani e toscani presso corte Spagnola. La linea difensiva si estendeva fino al cimitero, mentre un contingente proteggeva San Silvestro. Tra le ore 12 e le 15 i difensori furono sopraffatti dalle truppe austriache.

La corte Spagnola, edificata tra XVII e XVIII secolo, faceva parte di un fondo gonzaghesco destinato all’allevamento dei cavalli.

Dopo essere appartenuta al marchese Zanetti, nel XIX secolo passò alla contessa Cavalcabò.

La corte comprendeva strutture di servizio come stalle e rustici, disposte attorno a un’aia centrale, nucleo aggregante per attività economiche e ricreative. Il nome deriva probabilmente dall’uso come alloggiamento di soldati spagnoli in una delle guerre gonzaghesche.

Restaurata e acquisita dal Comune, dal 2004 ospita la sede municipale di Montanara.

02 – Lapide ai caduti italiani

02 – Lapide ai caduti italiani
All’interno di corte Spagnola è collocata una lapide marmorea, realizzata nel 1898 in occasione del 50° anniversario della battaglia. Riporta i nomi dei 257 caduti italiani, distribuiti in sette colonne. La lapide, firmata dallo scultore mantovano Paganini, ricorda i giovani volontari che persero la vita combattendo per l’indipendenza italiana. Ogni nome incide nella memoria collettiva il sacrificio dei “volontari studenti”, figure di grande eroismo ma spesso dimenticate dalla storia ufficiale.

03 – Cippo a un ufficiale austriaco

03 – Cippo a un ufficiale austriaco
Il cippo ricorda Anton Schestak, ufficiale austriaco ferito mortalmente durante gli assalti a corte Spagnola. L’iscrizione commemorativa in latino testimonia il suo coraggio e la sua morte avvenuta il 29 giugno 1848, a soli 29 anni. Il memoriale, curato dal fratello Giovanni, rappresenta un esempio raro di rispetto reciproco tra nemici, che caratterizzava ancora alcune fasi di guerra nel XIX secolo.

04 – Palazzo Zanetti Cavalcabò

04 – Palazzo Zanetti Cavalcabò
Dopo il collasso dei caposaldi principali, i volontari napoletani si ritirarono verso palazzo Cavalcabò, situato nel centro di Montanara, dove resistettero agli assalti austriaci.
 Il palazzo, edificato nel XVII-XVIII secolo su un’ala preesistente di epoca gonzaghesca, era un edificio elegante senza eccessi, destinato a brevi soggiorni nobiliari. Il portale reca lo stemma araldico dei marchesi Zanetti, mentre aree laterali mostrano tracce di epoca romana. La marchesa Cavalcabò, proprietaria a metà del XVIII secolo, discendeva da antichissima famiglia marchionale, insignita del titolo da Federico I nel 1158. Qui i volontari opposero una resistenza eroica fino al crollo dei muri perimetrali.

05 – Chiesa parrocchiale di Montanara

05 – Chiesa parrocchiale di Montanara
Durante la battaglia, un proiettile austriaco penetrò nella lesena laterale della chiesa, oggi conservato come cimelio. La chiesa, dedicata a Santa Maria Immacolata, ha origini medievali ma fu ricostruita tra il 1725 e il 1739 in stile barocco lombardo, con portale in noce del 1863 e ampie tele attribuite a Schivenoglia, Borgani e Arioli.

Il parroco don G. Terenzi fu arrestato ingiustamente, sospettato di aver comunicato informazioni agli Austriaci, ma l’imperatore Francesco Giuseppe contribuì al restauro in memoria dei soldati caduti.

06 – Loghino Sissa

06 – Loghino Sissa
Il loghino, dotato di stalle, rustici e porticato, ospitò i volontari tosco-napoletani. Durante la battaglia, il muro perimetrale offrì una protezione provvisoria, ma non poté contenere la superiorità nemica. Qui i medici prelevarono un carro agricolo per adibirlo a carro lettiga, curando decine di feriti diretti all’improvvisato ospedaletto di corte Pierina, a poche centinaia di metri.

07 – Corte Pierina

07 – Corte Pierina
Il chirurgo Dr. Barellai, con l’autorizzazione del cap. Guerri, operò come medico militare. Gli Austriaci, riconoscendo il suo ruolo, lasciarono incolumi i medici e i pazienti. Qui fu ricoverato anche il maggiore Beraudo, che morirà in ospedale a Mantova. La corte, già appartenente alla famiglia Bernardelli e rinominata nel secolo successivo in memoria di una parente prematuramente scomparsa, conserva ancora il portale originale del XVIII secolo.

08 – Ossario di Montanara

08 – Ossario di Montanara
L’ossario fu eretto nel luogo in cui furono collocati i cannoni italiani e sepolti i caduti. Inizialmente un sarcofago di legno e tela, fu sostituito nel 1870 da una cripta con obelisco in pietra di Verona. Le ossa dei caduti tosco-napoletani furono trasferite nella cripta, rendendo il monumento un vero ossario commemorativo. La struttura include una base gradinata, un dado in marmo bianco con bassorilievi ornamentali, sfere e croce marmorea, con l’iscrizione:
 “Ai morti per l’indipendenza d’Italia nella battaglia del XXIX maggio MDCCCXLVIII.”

09 – La Santa e loghino Ricevitoria

09 – La Santa e loghino Ricevitoria
La postazione italiana a La Santa serviva a proteggere il fianco dei tosco-napoletani. La manovra fu però un errore tattico: gli Austriaci aggirarono il presidio e catturarono numerosi volontari. Il loghino Ricevitoria, costruito tra XVIII e XIX secolo, fu utilizzato come dogana tra il Regno d’Italia e l’Impero Austriaco dal 1859 al 1866. L’area di La Santa è composta da diverse corti rurali, con storia documentata sin dal medioevo.

10 – Rocca di Montanara e difesa finale

10 – Rocca di Montanara e difesa finale
Nella zona della Rocca sull’Osone, i volontari tentarono una resistenza estrema contro il principe Carlo di Schwartzemberg. La Rocca, parte del sistema difensivo del Serraglio, era strategica per controllare i flussi idrici. Alcuni volontari riuscirono a fuggire verso Castellucchio. La Rocca è citata in mappe del 1691 e conserva iscrizioni storiche, come il pellegrinaggio di papa Pio II al santuario delle Grazie (1459).
BATTAGLIA DI CURTATONE E MONTANARA: GUIDA AI MONUMENTI

11 – Sortita italiana a corti Garagna e Angelo Custode

Il generale De Laugier inviò un reparto per sorprendere il fianco austriaco. I volontari toscani, trincerati nelle corti, riuscirono temporaneamente a fermare l’avanzata nemica. Corte Garagna, risalente al ‘700, apparteneva alla contessa Caterina Zucchi Barozzi, mentre corte Angelo Custode era di proprietà ecclesiastica, circondata da campi rigogliosi.

12 – Intervento degli universitari

Il Battaglione universitario, dislocato alle Grazie e composto da 280 studenti e professori toscani, intervenne lungo il fronte del fiume Osone e del molino. La scena della guerra era atroce: carri di munizioni esplosero, ambulanze trasportavano feriti tra le fiamme, mentre l’artigliere Elbano Gasperi, ustionato, continuava a sparare nudo. Le corti Aldriga e Rocca furono punti chiave di questa azione.

13 – Monumento ai caduti della battaglia

13 – Monumento ai caduti della battaglia
Il monumento, progettato dall’architetto fiorentino Giuseppe Poggi e inaugurato nel 1870, ricorda gli studenti volontari. L’area monumentale fu poi ampliata con un ossario e 27 targhe commemorative, rendendo il sito un vero parco della memoria, che raccoglie idealmente i caduti dal 1848 fino alle guerre coloniali del 1935-36.

14 – Morte di Leopoldo Pilla e il Molino

14 – Morte di Leopoldo Pilla e il Molino
Il capitano Leopoldo Pilla, docente universitario, fu ferito a morte vicino al molino di Curtatone, che serviva le contrade locali. Trasportato nei pressi del ponte sull’Osone, il suo corpo non fu mai ritrovato. Il molino, di origine medievale, passò attraverso diverse proprietà nobiliari e fu testimone dell’attività economica e bellica della zona.
Questa guida ai monumenti consente di seguire il percorso storico della Battaglia di Curtatone e Montanara, visitando i luoghi chiave della resistenza italiana, dai punti di difesa alle corti e ai monumenti commemorativi, immergendosi nella storia e nel sacrificio dei volontari che combatterono per l’indipendenza d’Italia.