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LA CREMONESE: LA STRADA DELLA LIBERTÀ E DELL’UNITÀ NAZIONALE

I martiri dell’Aldriga e la memoria lungo la via della storia

Chi percorre oggi la strada Cremonese, appena fuori Mantova, forse non immagina quanto sia densa di memoria e di significato. Lungo questo tratto di terra, immerso nella quiete del paesaggio mantovano, lapidi, cippi e monumenti raccontano pagine drammatiche e insieme eroiche della nostra storia: dall’anelito di libertà del Risorgimento fino ai sacrifici della Seconda guerra mondiale.
Ogni pietra e ogni nome incidono nella memoria collettiva la lunga lotta del popolo mantovano per la libertà, l’indipendenza e la dignità umana.
Fino ai primi anni del Novecento il territorio di Mantova terminava con Porta Pradella al di là della quale iniziava Curtatone e pertanto la strada cremonese un tempo era territorio di Curtatone.

Don Eugenio Leoni, il coraggio della fede

La prima sosta ideale lungo la Cremonese è al cippo dedicato a don Eugenio Leoni, poco prima del monumento ai Martiri di Belfiore.
L’11 settembre 1943, appena dopo l’armistizio, il sacerdote – che prestava servizio nella chiesa dei Santi Simone e Giuda – venne arrestato dalle SS per aver protetto militari italiani sfuggiti alla cattura. Dopo un durissimo interrogatorio, rifiutò di rivelare i nomi dei partigiani coinvolti in un’azione contro un motociclista tedesco.
Nonostante le torture, mantenne il silenzio e offrì la propria vita in cambio della salvezza dei suoi parrocchiani. Venne fucilato all’alba del 12 settembre 1943. La leggenda racconta che chiese di morire nella Valletta di Belfiore, accanto al cippo dei Martiri: il suo desiderio non fu esaudito, ma il suo sacrificio divenne simbolo di fede, coraggio e resistenza civile.

I Martiri di Belfiore: il Risorgimento a Mantova

Proseguendo lungo la Cremonese, si giunge alla Valletta di Belfiore, luogo sacro del Risorgimento in cui il monumento è dedicato ai Martiri di Belfiore. Tra il 1851 e il 1855 undici patrioti furono uccisi dagli austriaci per le loro idee liberali: Don Giovanni Grioli, Don Enrico Tazzoli, Angelo Scarsellini, Bernardo de Canal, Carlo Poma, Giovanni Zambelli, don Bartolomeo Grazioli, Carlo Montanari, Tito Speri, Pietro Frattini e Pietro Fortunato Calvi. Tutti uomini che credevano in un’Italia unita, libera e fondata sui diritti e la dignità dell’uomo.
L’Ara dei Martiri e la statua al “Genio dell’Umanità” ricordano il loro sacrificio e invitano ancora oggi alla riflessione sul valore della libertà e del coraggio civile.

I Martiri dell’Aldriga: la crudeltà della guerra

Terza tappa di questo itinerario è il monumento ai dieci militari italiani fucilati all’Aldriga, lungo la Cremonese, a pochi passi dal centro di Curtatone.
Il 19 settembre 1943 dieci giovani soldati furono prelevati dal campo di concentramento di San Giorgio e condotti, con l’inganno, nei pressi di una cascina sulle rive del Mincio. Sotto la minaccia dei fucili, furono costretti a scavare la propria fossa.
Uno dopo l’altro vennero legati a un pioppo e fucilati. I corpi furono poi gettati nella buca che loro stessi avevano scavato. Un soldato tedesco tracciò su una croce di legno l’iscrizione: “19/09/1943”.

Binda Luigi, Corradini Mario, Passoni Attilio Andrea, Rimoldi Francesco, Arisi Giuseppe, Bianchi Giuseppe, Colombo Bruno, Colombi Mario, Corti Angelo Alessandro, Pecchenini Luigi.
Il cippo che oggi si erge sul luogo del massacro fu inaugurato il 19 settembre 1947, grazie alla generosità della marchesa Maria Fochessati, vedova Guidi di Bagno.
L’eccidio, inizialmente giustificato dai tedeschi come rappresaglia per un presunto attacco italiano, fu in seguito riconosciuto come un atto di pura crudeltà e intimidazione, simbolo del terrore che segnò quei giorni oscuri.

Curtatone e Montanara: il sacrificio per l’Italia

Curtatone e Montanara: il sacrificio per l’Italia
Ultima tappa del percorso è il Monumento ai Caduti della Battaglia di Curtatone e Montanara, dedicato agli studenti toscani e napoletani che il 29 maggio 1848 affrontarono con eroismo le truppe austriache del maresciallo Radetzky.
In quella giornata caddero 87 studenti, 269 furono feriti e oltre 2.000 fatti prigionieri, ma la loro resistenza impedì agli austriaci di travolgere l’esercito piemontese. La battaglia di Curtatone e Montanara rimane una delle pagine più nobili del Risorgimento, un esempio di patriottismo, sacrificio e fede nell’Italia futura.

Opera dello scultore fiorentino Giuseppe Poggi, il monumento – inaugurato nel 1870 – ricorda tutti gli studenti volontari morti nelle guerre dal 1848 al 1945, quindi a tutti i giovani volontari che combatterono per l’Unità d’Italia, animati dallo stesso spirito di libertà che infiammava l’Europa delle rivoluzioni liberali.

Una strada, un simbolo

La Cremonese è dunque molto più di una semplice arteria di collegamento: è una strada della memoria, dove la storia del Risorgimento e quella della Resistenza si intrecciano in un unico racconto di libertà, coraggio e speranza.
Camminare lungo questo percorso significa ricordare tutti coloro che, in epoche diverse, hanno dato la vita per un ideale comune: un’Italia libera, unita e pacifica.