In una località allora chiamata Belfiore, nei pressi di Mantova (all'epoca territorio di Curtatone, poi passato sotto il comune di Mantova tra la fine dell'Ottocento e gli anni Quaranta del Novecento, come attestano i documenti dell'epoca), furono erette le forche per le esecuzioni. Tra il 1851 e il 1855, undici patrioti vennero giustiziati in diversi luoghi mantovani.
Tra i martiri di Belfiore, a Belfiore furono impiccati don Enrico Tazzoli, Angelo Scarsellini, Bernardo de Canal, Giovanni Zambelli e Carlo Poma il 7 dicembre 1852.
Furono impiccati anche Tito Speri, Carlo Montanari e don Bartolomeo Grazioli (3 marzo 1853) e, più tardi, Pietro Frattini (19 marzo 1853) e Pier Fortunato Calvi (4 luglio 1855 a San Giorgio).
Altri non vennero impiccati: don Giovanni Grioli fu fucilato (5 novembre 1851), mentre le condanne a morte di altri patrioti furono commutate in carcere.
Belfiore divenne, così, simbolo del martirio risorgimentale.