Il 10 maggio 1945, pochi giorni dopo la Liberazione, il Comitato di Liberazione Nazionale dispose l'esumazione delle salme. Alla presenza delle autorità e dei familiari delle vittime, i corpi furono estratti dalla fossa comune. Erano ancora uno accanto all'altro, in un abbraccio simbolico.
L'identificazione fu condotta con grande cura. Mario Corradini fu riconosciuto grazie a un'indicazione del padre, che ricordava una frattura al femore subita dal figlio all'età di quattro anni. Altri furono identificati grazie a documenti, lettere, oggetti personali trovati nelle tasche dei loro abiti. Luigi Binda aveva con sé lettere di famiglia; Giuseppe Bianchi un lasciapassare; Francesco Rimoldi un piastrino militare.
Particolarmente toccante fu il ritrovamento degli effetti personali di Bruno Colombo: un portafoglio con molte immagini sacre e fotografie, una tabacchiera, un crocifisso con medaglietta, una Madonnina in astuccio. Testimonianze di una fede semplice e profonda, di un'umanità spezzata dalla violenza nazista.