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46° Incontro Nazionale Madonnari

15/08/2018

Il sagrato del Santuario della Madonna delle Grazie ospita la 46esima edizione della storica manifestazione dei madonnari. Nonostante il maltempo abbia costretto alcuni artisti a rinunciare, l'evento conta 138 madonnari provenienti da 18 paesi del mondo, richiamando tra le 150.000 e le 180.000 persone in tre giorni.

La manifestazione affonda le radici in una fiera con circa 600 anni di storia: nata come evento religioso, si trasformò in rinomato mercato del bestiame prima di attraversare un lungo declino. È stata la Pro Loco a recuperarla e rilanciarla attraverso l'arte madonnara.
 
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Marina Ferrari - Presidente Pro Loco Curtatone
Ci troviamo sul sagrato del santuario dedicato alla Madonna delle Grazie. Quest'anno da una parte siamo stati un po' sfortunati perché ieri è piovuto, dall'altra siamo fortunati perché oggi è fresco, quindi anche i madonnari lavorano meglio. Abbiamo qualche ritorno di madonnari storici, erano più di 150, però attualmente sono 138 perché è piovuto e alcuni hanno dichiarato forfait perché hanno visto che il tempo era veramente infame.
Sono 18 paesi nel mondo, diciamo che abbiamo rappresentato tutto il mondo. La fiera ha circa 600 anni, prima era una fiera tipicamente religiosa, poi era diventata una fiera del bestiame, pensi che gli arabi portavano qui i loro cavalli perché i Gonzaga erano famosi per i loro cavalli. Poi la fiera, mano a mano, aveva perso di importanza. Adesso l'abbiamo recuperata, proprio noi come pro loco siamo nati per quello, attraverso questa manifestazione. In tre giorni si muovono circa 150-180 mila persone.
È già qualche anno che facciamo la giuria popolare, perché? Perché la gente ci tiene a dire qual è il quadro che gli piace di più e non sempre si trovano coerenti con la giuria, quella istituzionale, perché quella è fatta da esperti, ma l'arte madonnara è fatta per il popolo, è essenzialmente un'arte di popolo, tant'è che il madonnaro è lui stesso parte della sua opera d'arte, lui fa spettacolo mentre disegna e il popolo lo percepisce. Di solito si localizzano le preferenze su delle opere a forte impatto immediato, perché è quello lo scopo dei madonnari, quello di dare emozione e quindi più uno riesce ad emozionare e più la sua arte si sviluppa bene. Non siamo in presenza di pittori, anche se fra di loro c'è qualche pittore, per esempio c'è una persona ottantenne Luigi Desiderati, ottimo pittore che però ogni anno dà il suo omaggio alla Madonna venendo a dipingere qui.
Paola Artoni - Direttrice Museo dei Madonnari
Questa 46esima edizione per il Museo nostro dei Madonnari è un momento anche per presentarci al pubblico nella nostra rinnovata veste, abbiamo riallestito il museo, è più leggibile, è accompagnato da didascalie in inglese quindi anche i turisti stranieri, i fedeli possono interpretare e conoscere quello che è il nostro patrimonio documentario e pittorico. Ogni anno il nostro museo è in crescita perché noi documentiamo quello che sta succedendo sulla piazza adesso, in questo momento e che succederà nei prossimi mesi, vorremmo che diventasse una sorta di casa dei madonnari, che tutti potessero raccontare le loro vicende personali ma anche i festival internazionali qui a Grazie.
Mons. Marco Busca - Vescovo di Mantova
Questo è un modo perché il Ferragosto diventi un po' quello che in origine era, cioè la festa dell'assunzione di Maria al cielo con tutta la sua umanità, questa donna è un volto umano pienamente realizzato, completo, felice, fecondo, lei veramente è stata una donna che ha realizzato in pieno la sua femminilità diventando la madre di Dio, noi ricordiamo questo, ricordiamo anche che il destino dell'uomo non è la morte, essere sfigurato, distrutto ma il nostro corpo e tutto il nostro essere è destinato alla pienezza della vita.
I madonnari hanno questa arte innanzitutto del volto e dello sguardo, sono diversi soggetti, temi che loro ritraggono ma in modo particolare la loro abilità sta nel dipingere lo sguardo, uno sguardo che magari rimarrà dipinto sul terreno per poco tempo però è uno sguardo che colpisce, è uno sguardo che crea l'incontro e le persone volentieri si soffermano a guardare questi capolavori di un'arte povera ma di un'arte che è ricca di questa umanità, anche di questo messaggio che appunto unito a Dio l'uomo raggiunge il cielo, la sua perfezione, la sua felicità.