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Progettazione e Realizzazione dell'Opera

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Paola Artoni - Direttrice - Museo dei Madonnari
Come è nato questo progetto?
È un progetto che è nato da un'ispirazione collettiva, è arrivato uno spunto a diverse persone e diverse persone hanno cominciato a parlarne e magicamente si è capito che stavamo parlando lo stesso linguaggio, che forse a tutti era stata data la stessa idea.
Noi sappiamo che questo santuario è un luogo dove le persone vengono e chiedono una grazia, si chiede perdono, si implora a un miracolo, ma si chiede anche la pace, una pace interiore.
Il fatto di non avere i colori dei Madonnari è stato vissuto come un momento di mancanza di quei colori e si è capito che solo attraverso l'arte quel momento sarebbe diventato storico, passerà il dolore, passerà questo momento, ma non possiamo fare passare ciò che è stato. Dovevamo registrare, suggellare questo momento storico per non dimenticare quello che si è passato, per non dimenticare che l'arte è una modalità che l'uomo ha per raccontare se stesso, ma anche per andare oltre e spingersi verso l'infinito.

Paolo Bertelli - Storico dell’arte
L'opera che dodici Madonnari, che è un numero alquanto simbolico, hanno proposto e che si viene a costruire qui in santuario ha molti significati. Innanzitutto è un ex voto collettivo, non solo di singoli Madonnari, ma anche di tutto il popolo dei Madonnari e di tutto il popolo mantovano e di tutti noi insomma. Tanti sono i concetti che stanno alla base dei lavori, ovviamente l'assunta che è la titolare del santuario, l'icona della Beata Vergine delle Grazie che vediamo sull'altare maggiore e alcune storie, alcuni personaggi. Ovviamente da Straccetto che è Madonnaro, che è stato uno dei più straordinari Madonnari che ci sono stati sul piazzale, che è il simbolo dell'uomo e dell'umanità. San Pio X che è stato vescovo di Mantova e proprio qui in Palazzo Sarto ha sicuramente abitato, ha sicuramente frequentato l'abitazione del fratello. Le figure di San Rocco e San Sebastiano che sono delle devozioni che sono presenti nel santuario e poi Giovanni Paolo II del quale si celebrano proprio quest'anno i cento anni della nascita e che appunto è stato qui nel santuario nel 1991 e poi San Bernardino da Siena perché proprio 600 anni fa, in queste ore, in questi mesi, San Bernardino era presente qui a Grazie con la sua predicazione attraverso tutto il Mantovano. Questa è un po' la struttura che dir il vero imita una parte dell'impalcato ligneo.
Mariano Bottoli - Maestro Madonnaro
Passare dal sagrato al santuario per i Madonnari significa entrare in un luogo chiuso, abitualmente, così come è successo con il Covid, dove siamo rimasti chiusi all'interno di uno spazio. Quando abbiamo fatto qualcosa di simile nel 1991 per il Papa abbiamo lavorato tutti per un disegno che pensò Kurt Wenner per tutti quanti noi, eravamo poi alla fine una trentina. Quando mi è stato chiesto di pensare un disegno collettivo io non sono riuscito a dire farò lavorare 30 persone per un mio disegno, ma ho detto ogni Madonnaro ha una personalità che deve poter emergere e allora pensarli in nicchie, esattamente come un politico, ha concesso questa possibilità. L'aspetto affascinante è stato vedere il risultato delle opere una volta che le abbiamo srotolate qui, dove ognuno ha messo veramente tutta la propria energia nel centro dell'immagine, cosicché credo che quando le si potranno osservare insieme saranno tante piccole perle che parlano del soggetto che è stato ad ognuno assegnato.
I Madonnari si sono avvicinati divertendosi, fondamentalmente, accettando di fare qualche cosa come voto alla Madonna, senza altre implicazioni che non fossero collegate in qualche modo con la fede o con la propria partecipazione con il Santo che gli chiedevo di rappresentare.
Il progetto dell’opera dei Madonnari al Santuario delle Grazie nasce da un’ispirazione collettiva: un’idea condivisa che ha permesso a diversi artisti di parlare lo stesso linguaggio, trasformando un momento di mancanza dei colori sul sagrato in un’occasione storica e significativa. L’arte diventa così un mezzo per raccontare l’uomo, la comunità e la devozione, per fissare nel tempo emozioni e speranze, e per offrire un ex voto collettivo dedicato alla Vergine Maria.

Dodici Madonnari, ciascuno con la propria personalità e il proprio stile, hanno realizzato opere individuali che si uniscono in un mosaico collettivo, ricreando simbolicamente l’impalcato ligneo del santuario. Le figure rappresentate evocano momenti e personaggi significativi della storia locale e della fede: l’Assunta, l’icona della Beata Vergine delle Grazie, San Pio X, San Rocco, San Sebastiano, Giovanni Paolo II e San Bernardino da Siena, celebrando secoli di devozione e cultura mantovana.

Il passaggio dal sagrato al santuario ha rappresentato una sfida creativa e spirituale: gli artisti hanno lavorato in nicchie, ciascuno concentrandosi sul proprio soggetto, mettendo tutta l’energia e la passione nel proprio contributo. L’opera finale diventa così un insieme di piccole perle artistiche, che raccontano la fede, la memoria e la speranza di una comunità, trasformando l’arte effimera dei Madonnari in un messaggio universale di devozione e partecipazione.